La guerra in Ucraina ogni giorno mette in evidenza quanto l’intero mondo dipenda dalle esportazioni di grano di questo paese.
La crisi globale è alle porte e con essa il serio rischio che nei paesi del Medio Oriente e dell’Africa, colpiti dal blocco delle spedizioni di grano e cereali dai porti del mar Nero, siano investiti da disordini sociali e conflitti, oltre a provocare migrazioni di massa.
Anche nella sperata ipotesi di una rapida conclusione del conflitto la crisi del grano ci investirà a livello globale per lungo tempo stante l’impossibilità di coltivare i terreni danneggiati dai carri armati e dai mezzi di artiglieria russi. Ormai è tutto una corsa contro il tempo che per la Fao ha una durata massima di 10 settimane per lo sblocco del grano ucraino.
L’ipotesi del trasporto ferroviario attraverso la Lituania è stata accantonata per la scarsa compatibilità dei vagoni ucraini con quelli baltici. L’UE ha avanzato l’ipotesi Romania sfruttando i canali navigabili che la collegano con Odessa.
Scenari apocalittici o semplicemente speculazioni finanziarie scatenate dal conflitto?